Sanguina ancora. Presentazione del libro di Paolo Nori

L'autore in dialogo con Nicola Borghesi il 12 marzo a San Giorgio di Piano e in streaming

08 Marzo 2022

Sanguina ancora è il racconto dell’incredibile vita di Fëdor Dostoevskij, “ingegnere senza vocazione, genio precoce della letteratura russa, aspirante rivoluzionario, scrittore spiantato, uomo malato, confuso, contraddittorio, disperato, ridicolo, così simile a noi”. Paolo Nori su questa vicenda umana ha scritto un romanzo, uscito nel 2021 per i tipi di Mondadori. Sabato 12 marzo, in dialogo con Nicola Borghesi, presenterà  il volume  (ore 21.00, Sala del Consiglio Comunale-via della Libertà, 35 -San Giorgio di Piano) nell’ambito della stagione  Agorà. L’evento, a ingresso gratuito, è anche in diretta streaming sul canale FB della #stagioneagora e dell’Unione Reno Galliera.

Scrive Nori a proposito di Sanguina ancora: “Uno scrittore russo, Vasilij Rozanov, descrive Dostoevskij come un arciere nel deserto con una faretra piena di frecce che, se ti colpiscono, esce il sangue. Ecco io, la prima reazione che ho avuto, quando ho capito di cosa parlava Dostoevskij in Delitto e castigo, quando Raskol’nikov, il protagonista, si chiede «Ma io, sono come un insetto o sono come Napoleone?», ecco quella domanda, io quindicenne, me la sono rivolta anch’io: «Ma io», mi son chiesto, «sono come un insetto o sono come Napoleone?».

E ho avuto, netta, la sensazione che quella cosa che avevo in mano, quel libro pubblicato 112 anni prima a tremila chilometri di distanza, mi avesse aperto una ferita che non avrebbe smesso tanto presto di sanguinare. Avevo ragione. Sanguino ancora. E così eccolo, Dostoevskij: aspirante rivoluzionario miseramente scoperto e condannato a morte, graziato e mandato, per dieci anni in Siberia a scontare la sua colpa, riammesso poi nella capitale, giocatore incapace e disperato, scrittore spiantato, marito innamoratissimo di una stenografa di 25 anni più giovane di lui, padre incredulo, pazzo benedetto che mette per iscritto le domande che tutti noi ci facciamo e che non osiamo confessare a nessuno.”