“La natura ama nascondersi”. La XIX edizione di Fotografia Europea 2024

A Reggio Emilia dal 26 aprile al 9 giugno 2024

28 Febbraio 2024

Dal 26 aprile al 9 giugno a Reggio Emilia torna Fotografia Europea 2024, il festival che osserva il mondo attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti. Per la sua XIX edizione la kermesse, promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani e del Comune di Reggio Emilia, con il contributo della Regione Emilia-Romagna, inquadra una delle questioni più urgenti della contemporaneità: il legame tra uomo e natura e le strategie per andare oltre l’antropocentrismo superando l’atteggiamento di predominio che ha portato la specie umana sull’orlo della catastrofe climatica.

La direzione artistica del Festival composta, anche quest’anno, da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart ha infatti titolato questa edizione La natura ama nascondersi, un titolo che rimanda a un celebre frammento di Eraclito, che ci invita a non sottovalutare la potenza di una natura che spesso cela la sua essenza ai nostri occhi, ma che sempre più spesso la rivela in modi distruttivi.
“La rassegna di Reggio Emilia – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura e Paesaggio Regione Emilia-Romagna, Mauro Felicori – dimostra come i luoghi della cultura e i musei ricoprano un ruolo chiave con le loro comunità nell’avviare e sostenere le azioni per il clima e vanno letti come alleati per la trasformazione verso uno sviluppo sostenibile contro la minaccia del cambiamento climatico; un ruolo che hanno il dovere di attuare non soltanto nella politica per la conservazione del patrimonio culturale, ma anche come veri e propri centri di interpretazione delle preoccupazioni sul clima e veicoli dei dibattito internazionale, costruendo saperi e consapevolezza e creando partecipazione”.

La mostra storica di questa edizione torna nelle sale di Palazzo Magnani con la prima retrospettiva italiana di Susan Meiselas, fotografa americana nota soprattutto per il suo lavoro nelle aree di conflitto dell’America Centrale (1978-1983) e in particolare per i suoi potenti scatti della rivoluzione nicaraguense. La mostra, intitolata Mediations, raccoglie una selezione di opere che vanno dagli anni Settanta a oggi e comprende un ampio ventaglio di paesi e soggetti: dalla guerra alle questioni relative ai diritti umani, dall’identità culturale all’industria del sesso. Le sale dei cinquecenteschi Chiostri di San Pietro ospiteranno invece dieci esposizioni, a partire da una mostra che cattura l’infinita mutevolezza delle nuvole in una collettiva, intitolata Sky Album. 150 years of capturing clouds a cura di Luce Lebart e Michelle Wilson. Nelle altre sale i visitatori incontreranno poi gli scatti di Helen Sear, Yvonne Venegas, Arko Datto, Matteo de Mayda, Jo Ractliffe, Natalya Saprunova, Terri Weifenbach, Lisa Barnard e Bruno Serralongue: progetti molto diversi ma accomunati da uno sguardo sulle criticità climatiche e sociali che incombono in vari luoghi del mondo.

Nella sede di Palazzo da Mosto trovano poi posto una mostra dedicata ai libri fotografici (a cura di Stefania Rössl e Massimo Sordi), i due progetti vincitori della Open Call (quelli di Marta Bogdańska e Michele Sibiloni) ma soprattutto la committenza di questa edizione di Fotografia Europea 2024, affidata a Karim El Maktafi, che si intitola day by day, e si focalizza sull’affascinante contesto delle “Aree Interne”. Nello specifico l’indagine del fotografo si è sviluppata in vaste porzioni dell’Appennino Emiliano, in cui El Maktafi ha esaminato il profondo e fragile legame tra l’uomo e la natura, facendo emergere l’eredità culturale attraverso stili di vita profondamente radicati nei cicli lenti dell’ambiente naturale montano. La splendida Villa Zironi, gioiello dell’architettura liberty, ospiterà invece la mostra Radici, di Silvia Infranco, a cura di Marina Dacci.

Attorno al festival si sviluppano poi numerose altre mostre partner organizzate dalle più importanti istituzioni culturali cittadine e ospitate nei loro spazi, tra le quali una esposizione a cura di Ilaria Campioli, il cui punto di partenza sono le numerose opere di ambientazione notturna che Luigi Ghirri ha realizzato nel corso della propria produzione, e poi gli esiti della open call di GIOVANE FOTOGRAFIA ITALIANA #11 | PREMIO LUIGI GHIRRI 2024, promossa dal Comune di Reggio Emilia. Collegata al festival è anche la proposta della Collezione Maramotti, che espone la prima mostra personale istituzionale italiana di Silvia Rosi, dal titolo Disintegrata.

Tra gli appuntamenti speciali e collaterali, oltre allo Speciale Diciottoventicinque, il progetto formativo di Fotografia Europea, quest’anno guidato da Erik Messori, segnaliamo gli appuntamenti di Circuito OFF, l’evento collettivo e indipendente che arricchisce il Festival con una serie innumerevole di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino, e poi alcuni momenti di incontro e confronto, che vedono tra gli ospiti Mariangela Gualtieri, Marco Paolini e Loredana Lipperini, ma anche presentazioni di libri, book signing, letture portfolio e [PARENTESI] BOOKFAIR, lo spazio dedicato agli editori indipendenti. In programma, infine, la terza edizione di Fotofonia, la declinazione musicale del festival curata da Max Casacci.

 

FOTOGRAFIA EUROPEA