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TEATRO MUNICIPALE
Nei primi anni del 1800, quando l’usura del tempo e la violenza di un incendio avevano privato Piacenza dei suoi due teatri, quello delle Saline e quello della Cittadella, cinque aristocratici ottennero dal governo napoleonico il permesso di costruirne uno nuovo.
L’edificio, progettato dall’architetto piacentino Lotario Tomba, fu realizzato in breve tempo a poca distanza dall’antica cattedrale gotica e venne inaugurato il 10 settembre 1804 con il dramma “Zamori, ossia, L’eroe dell’India”, su libretto di Luigi Previdali e musica di Johann Simon Mayr.
Qualche anno dopo, visitando la città, lo scrittore francese Stendhal apprezzò la comodità e la ventilazione offerte dalla sala a forma ellittica e dai grandi archi acuti. La facciata, ispirata per volere dei committenti a quella della Scala di Milano, venne ultimata nel 1830 dall’architetto Alessandro Sanquirico: il terrazzo a balaustra che copre il duplice porticato di ingresso è sovrastato da un colonnato ionico di grande effetto. Dipinti, intagli, bassorilievi, vetrate e decorazioni interne sono opera di molti valenti artigiani, tra cui Antonio Borea, Paolo Bozzini, Andrea Guidotti, Luigi Labò, Gerolamo Magnani, Francesco Puttinati, Giuseppe Scaglia.
Tra gli interventi successivi si segnalano quello che nel 1895 ha fatto di questa sala la prima in Italia a essere interamente illuminata da lampade elettriche e quello che tra 1976 e ’79 ha trasformato il laboratorio degli scenografi in un capiente auditorium.
Dopo aver superato in perfetta forma i due secoli di vita e dopo aver cambiato più volte nome (da Nuovo a Comunicativo, da Comunale all’odierno Municipale) il teatro gestito dal Comune di Piacenza continua a ospitare spettacoli d’opera, prosa, musica e danza. Dal 2004, insieme all’Alighieri di Ravenna, è sede dell’Orchestra giovanile “Luigi Cherubini” diretta da Riccardo Muti.