Festival Voci dell’Anima. A Rimini 23 anni di Teatro e Danza 

Dal 9 al 15 ottobre al Teatro degli Atti

04 Ottobre 2025

Ventitré anni dopo la prima edizione, il Festival Voci dell’Anima torna a Rimini con un’edizione ricca di appuntamenti che offrono nuovi  sguardi sulla realtà: dal 9 al 15 ottobre, al Teatro degli Atti – con la direzione artistica di Maurizio Argan e Alessandro Carli – vanno in scena sedici titoli tra teatro e danza, incontri, reading e laboratori. La parola d’ordine è un invito gentile ma netto — “Anche meno…” – che la direzione trasforma in dichiarazione d’identità: “Anche meno è la frase che dovremmo rispondere a chi ci ha fatto sentire sbagliati, a chi ci ha fatto credere di non essere mai abbastanza e non essere all’altezza, a chi ci ha voltato le spalle e a chi ci ha guardato in faccia facendo finta di vederci. Ma abbiamo imparato che non c’è migliore risposta di dire, con un sorriso, ma anche meno perché non c’è nulla di sbagliato in ciò che siamo e facciamo, perché saremo sempre noi stessi, sempre e comunque”. 

Ogni sera, in apertura, Animali da Palco fa della poesia un varco: le voci di Loredana Scianna e Teresio Troll, con i suoni di Toni Salvatori, affidano a testi originali o rielaborati il compito di attivare l’ascolto (due appuntamenti ispirati agli scatti di Dino Morri). Poi spazio agli spettacoli. Il sipario si alza su un primo affondo nella realtà: Rosaria – Vol. 1 del progetto Esclusi di Davide Iodice (9 ottobre) – con Monica Palomby e Chiara Alborino – apre una “antologia scenica di vite di scarto”, nata dentro la Scuola elementare del Teatro/Conservatorio popolare per le arti della scena, per rimettere al centro testimonianze e ferite di chi resta ai margini. Un teatro di prossimità che lavora “addosso” alle persone, prima ancora che sui personaggi. 

La sera successiva, il festival sceglie il corpo come dizionario. Una serata di danza compone tre variazioni sul tema della relazione con sé e con l’altro: St(r)ati di Veronica Parlagreco (10 ottobre) affronta i livelli – e gli “stati” – che indossiamo per compiacere il mondo, cercando una via onesta alla vulnerabilità; Beyond 26 della compagnia Mind in Movement, coreografia di Sophie Tukker e Carmine Vigliotti (10 ottobre), va “oltre le lettere” per indagare i margini tra verbale e non verbale; Whisper, studio 2 di e con Elisa Ricagni e Leonardo Carletti (10 ottobre) è un duetto in bilico, dove il sussurro è cura e paura, desiderio e timore di essere davvero visti. Si prosegue poi con Quell’attimo di beatitudine di e con Christian di Filippo (11 ottobre), giù premio Ermo Colle 2024: lo spettacolo mette in scena N, un uomo che abita una vecchia auto e guarda le vite altrui dietro le finestre: da Alan Bennett in poi, una domanda insiste sul confine tra fede, bellezza e commercio del sentimento. A seguire, The Lost King – Riccardo III di e con Franco Ferrante, riscrittura drammaturgica di Lidia Bucci (11 ottobre), attraversa la doppia verità di Shakespeare e del “vero” Riccardo: la scena come luogo dove la finzione può forse restituire una parte di verità. 

La domenica si apre con Viola(ta) di AlphaZTL, regia e coreografia di Vito Alfarano, con Aurora Zammillo (12 ottobre), un’opera che affronta “a viso aperto” la violenza contro le donne. Poi Dive del Collettivo Nanouk, di e con Marianna Basso e Daniel Tosseghini (12 ottobre), guarda l’umanità da fuori – come un “alieno” – per scoprire norme e rigidità che crediamo naturali. Chiude Al tempo stesso. Solo di Danza e parola di e con Veronika Aguglia (12 ottobre), con un frammento da Clitemnestra di Antonella Di Salvo: nella stanza notturna dove si sovrappongono mito e dialetto, cronaca e poesia, il corpo di una donna diventa costellazione di molte. 

La Giornata della Legalità porta la cronaca in palcoscenico: Non è stata la mano di Dio di e con Corrado la Grasta (13 ottobre), in matinée per le scuole e in replica serale, ricostruisce i giorni e le voci attorno all’omicidio di don Peppe Diana, intrecciando le figure di don Pino Puglisi, Oscar Romero, don Tonino Bello; segue un incontro con il critico Michele Pascarella in collaborazione con Libera Rimini.  Il martedì si fa doppio atto d’accusa all’oblio. Il canto sulla polvere. Invocazione a Ingeborg Bachmann di e con Alessandra Chieli (14 ottobre) chiama l’amore a processo come pratica rivoluzionaria; più tardi Salvate i bambini, produzione Spazio51 con regia e rielaborazione di Alessandro Gioia e Vincenzo Liguori, in scena Vincenzo Liguori e Massimo Rosa (14 ottobre), rilegge il Diario di un pazzo di Lu Xun: tra sbarre immaginate e paranoie collettive, la violenza ipocrita delle relazioni appare per quella che è. 

Il congedo è affidato alla danza con tre spettacoli. Roosje’s Bolero di Rosalie Wanka (15 ottobre) ricorda l’ebrea olandese Roosje Glaser, sopravvissuta ai campi di sterminio e capace, dopo la liberazione, di fare del Boléro un “danza della liberazione”; la Compagnia Giovani Danzatori Aulòs rende un Omaggio a Ezio Bosso, regia e coreografie di Veronica Bagnolini (15 ottobre), con cinque interpreti tra i 14 e i 18 anni a misurarsi con la sua lezione di resistenza e ascolto; Acqua Madre di ResExtensa Dance Company di Elisa Barucchieri (15 ottobre) è invece un rito coreografico che attraversa archetipi, alleanze e forza primordiale del femminile. Si chiude con la premiazione dei vincitori delle Voci dell’Anima 2025.

Il festival è ideato e promosso da Teatro della Centena con ResExtensa, in collaborazione con Comune di Rimini. L’edizione 2025 si realizza con il contributo della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Libera Rimini, Ermo Colle, Teatro del Cerchio di Parma, Hotel Villa Lalla, La Fiaschetteria del Re.