Agorà Festival: una piazza aperta per pensare la fragilità

Dal 24 al 26 ottobre a Cesena il festival di Laterza

30 Settembre 2025

Dal 24 al 26 ottobre Cesena fa del teatro, delle biblioteche e delle sale storiche una piazza aperta per pensare insieme, grazie alla prima edizione di Agorà Festival,un appuntamento progettato e organizzato dagli Editori Laterza e promosso dal Comune di Cesena, nell’ambito di Forlì-Cesena per la Cultura 2028. Per il suo debutto il Festival mette a tema la fragilità come parola-chiave del presente, non per scoraggiarsi ma per ricominciare a discutere “le regole del gioco” in pubblico, insieme. Dieci formati, tre luoghi – Teatro Bonci, Sala Sozzi del Ridotto, Biblioteca Malatestiana – e una linea semplice: capire, collegare, agire. È l’idea di una piazza delle idee che invita cittadine e cittadini, studiose e studiosi, testimoni e protagonisti del dibattito a un confronto accessibile e necessario. 

Il festival si apre con la storia che ritorna, non per nostalgia ma per lucidità. Al Bonci Alessandro Barbero rilegge il 1914 in Come l’Europa è già precipitata una volta nella guerra mondiale (24 ottobre): Sarajevo non è un nome lontano, è il punto in cui alleanze, nazionalismi e rivalità imperiali si accendono come una miccia, e il parallelo con l’oggi — equilibri sottili, retoriche identitarie, conflitti “a distanza” — viene da sé. Introduce Giuseppe Laterza. Nel percorso Nella storia tornano anche Laura Pepe con Quando il potere si sottopone alle regole: la nascita del diritto (25 ottobre, Sala Sozzi), Michela Ponzani con Processo alla Resistenza (26 ottobre, Sala Sozzi) e, in chiusura, Alessandro Vanoli con L’invenzione dell’Occidente (26 ottobre, Teatro Bonci), un viaggio su come un concetto geografico sia diventato idea politica e culturale che ancora oggi modella identità e scelte. 

Se il presente si misura anche nelle parole che usiamo, Parole pericolose affronta i termini presi “in ostaggio” da interpretazioni univoche o strumentali. Benedetta Tobagi si concentra su Memoria (24 ottobre, Sala Sozzi), mettendo insieme storia, impegno civico e conflitto politico; Maurizio Viroli rilegge Patria come luogo di libertà e convivenza (24 ottobre, Sala Sozzi); Guido Barbujani smonta la falsa scientificità di Razza applicata agli umani (25 ottobre, Teatro Bonci); Vera Gheno interroga Normalità come costrutto culturale che spesso legittima esclusioni (25 ottobre, Sala Sozzi). Introduce gli incontri Matteo Cavezzali.

Il formato Le interviste trasforma invece temi complessi in domande chiare. Elsa Fornero, con Paola Pica, parla di Fragilità finanziaria: scelte consapevoli per ridurre i rischi (24 ottobre, Malatestiana): in tempi di inflazione, precarietà e mercati instabili, educazione finanziaria e autonomia non sono lussi ma diritti. Innocenzo Cipolletta, intervistato da Eva Giovannini, apre il dossier La globalizzazione è finita? (25 ottobre, Malatestiana), mentre lo stesso giorno Matteo Lancini, al Bonci, affronta con Giovannini il tema del Patto di instabilità. Fragilità degli adulti e disagio adolescenziale (25 ottobre): guardare i giovani è guardare lo specchio degli adulti. Matteo Maria Zuppi, in collegamento, ragiona su Quale pace possibile? (26 ottobre, Sala Sozzi), portando il punto di vista di chi concilia responsabilità spirituale e diplomazia. Chiude la serie Anna Foa, Premio Strega Saggistica 2025, con Simonetta Fiori su Il suicidio di Israele (26 ottobre, Bonci): titolo forte per una crisi che interroga coscienze e geopolitica. 

La forza delle idee tiene insieme filosofia, psicologia, sociologia, pedagogia: non cornice, ma strumenti per leggere la realtà. Matteo Saudino riparte dai classici in Le nostre fragilità: un viaggio nella vulnerabilità umana con la filosofia antica (24 ottobre, Bonci), mentre Cristiano Corsini prova a disinnescare ansie e automatismi della scuola con Valutare senza voti (25 ottobre, Sala Sozzi). Più tardi, alla Malatestiana, Stefano Allievi affronta Società plurali. Quanto è difficile confrontarci con gli altri? (25 ottobre, Sala Lignea), e la mattina successiva il palco del Bonci ospita un dialogo urgente e non rinviabile: Gino Cecchettin con Chiara Volpato in Violenza contro le donne. Il cambiamento possibile (26 ottobre). A chiudere il format, Ivano Dionigi con la sua lectio L’importanza dei maestri (26 ottobre, Bonci): perché senza maestri non c’è trasmissione, e senza trasmissione il futuro si sbriciola. 

Dialoghi mette poi due sguardi allo stesso tavolo. Al Bonci Fabio Zaffagnini e Gianni Sibilla, con Simone Arminio, interrogano La Musica, oggi (25 ottobre): tecnologie, spazi di aggregazione, nuove forme di protesta e identità. Alla Malatestiana Tommaso Greco e Roberta De Monticelli, con Giovanni Carletti, chiedono Quale giustizia? Quale diritto internazionale? (25 ottobre, Sala Lignea): quando le norme non bastano, chi decide che cosa è giusto? Domande che escono dalle aule e tornano nelle vite. 

Con Confronti, entra poi in scena il pluralismo delle competenze. Le aree interne e le migrazioni climatiche smettono di essere titoli e diventano questioni abitative, di servizi, di comunità: ne discutono Elena Beninati, Andrea Membretti, Stefano Rimini, Filippo Tantillo, coordinati da Sara Segantin (24 ottobre, Malatestiana). Seguono L’alimentazione del futuro, tra salute e sostenibilità con Alessio Bonaldo, Alessandra Bordoni, Massimiliano Petracci, coordinati da Letizia Palmisano (25 ottobre, Sala Lignea), e Intelligenza artificiale generativa e sostenibilità con Alberto Bellini, Marco Chiani, Matteo Ferrara, Silvia Mirri (26 ottobre, Sala Lignea): come far lavorare l’innovazione per l’uomo e l’ambiente, non il contrario. Nel capitolo Pro e contro si mettono invece in discussione certezze apparenti. Giorgio Zanchini e Sara Bentivegna, con Giuseppe Laterza, attraversano Vecchi e nuovi media (25 ottobre, Malatestiana): fra algoritmi, “bolle” e credibilità, l’informazione cambia forma e incide sugli immaginari. Fabio Deotto prova a capire Perché non tutti credono al cambiamento climatico (25 ottobre, Sala Lignea): numeri, narrazioni, ostacoli cognitivi, fatalismi. Infine Marc Lazar e Alessandro Campi, con Paola Pica, ragionano su Destra e Sinistra. Le identità smarrite (26 ottobre, Malatestiana): quali valori resistono, quali si trasformano, quali nuove mappe politiche si intravedono. 

La sera diventa teatro d’autore con gli appuntamenti di In scena: al Bonci Riccardo Staglianò presenta Hanno vinto i ricchi (24 ottobre), un’inchiesta scenica su disuguaglianze, fisco, lavoro, neoliberismo; il giorno dopo Roberto Mercadini firma Se fossi la tua ombra, mi allungherei a mezzogiorno. Storia perfetta dell’errore (25 ottobre), un elogio dell’imperfezione come condizione umana e creativa. Sono due monologhi che portano la realtà sul palco e chiedono al pubblico di scegliere come stare nel mondo.  La sezione Cose dell’altro mondo apre invece lo sguardo oltre i confini. Giorgia Sallusti accompagna in La terra dei ciliegi. Viaggio in Giappone (25 ottobre, Sala Lignea) tra anime, kimono, tè e “turismo dell’immaginario e Valeria Barbi propone un viaggio Dall’Alaska alla Patagonia. La natura che resiste (26 ottobre, Malatestiana), tra biodiversità e comunità indigene lungo la Panamericana; don Dante Carraro e Fabio Geda, con Edoardo Vigna, leggono Africa. Tra fragilità e sfide della cooperazione (26 ottobre, Sala Sozzi): povertà, conflitti, ma anche progetti dal basso e rispetto dei contesti. Altre geografie per capire meglio anche noi stessi. 

Infine All’orizzonte chiede cosa ci aspetta subito, non “un giorno”. Maddalena Cannito e Alessandra Minello, con Paola Pica, raccontano Nuovi padri e nuove madri (25 ottobre, Salone del Ridotto): ruoli che si ridefiniscono tra cura, lavoro, desideri. Piero Martin risponde a Futuro nucleare? (25 ottobre, Sala Sozzi): rischi, opportunità, reattori modulari, costi e sicurezza. Paolo Benanti e Massimo Gaggi affrontano Intelligenza artificiale e oltre. Tra etica e mercato (25 ottobre, Malatestiana): algoritmi, big tech, privacy, disuguaglianze, responsabilità sociale. E Giuliana Sgrena, con Giovanni Carletti, porta Fronti di guerra  (25 ottobre, Malatestiana): cronache da chi ha visto la guerra, e domande per chi non vuole restare spettatore. 

Agorà Festival è progettato e organizzato dagli Editori Laterza e promosso dal Comune di Cesena, nell’ambito di Forlì-Cesena per la Cultura 2028. La Regione Emilia-Romagna è partner istituzionale dell’evento. Hanno conferito il loro patrocinio la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Campus di Cesena. Numerosi gli altri partner, sponsor e sostenitori.