Festivalfilosofia 2025: la trasmissione del sapere come atto vitale

Dal 19 al 21 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo

08 Luglio 2025

La “paideia” non è un concetto astratto, ma una trama di gesti, parole, relazioni ed esperienze. Nella Grecia antica, indicava l’ideale di formazione integrale del cittadino, oggi si declina come sfida permanente alla nostra capacità di crescere insieme.  Attraverso questa parola, che farà da fil rouge, l’educazione, la formazione dell’essere umano e la trasmissione dei saperi saranno al centro della venticinquesima edizione di festivafilosofia, in programma dal 19 al 21 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo. Un’intera città diffusa del pensiero prenderà forma tra chiostri, teatri, biblioteche e strade, dove oltre 150 appuntamenti gratuiti daranno voce a filosofi, artisti, scrittori e performer impegnati a interrogarsi su come oggi si cresce, si impara e si tramandano conoscenze, valori, visioni del mondo.

Il titolo scelto racchiude in sé un intero orizzonte culturale. Oggi, in un’epoca in cui le relazioni intergenerazionali si frammentano, l’autorità è in crisi e le tecnologie ridefiniscono la natura stessa del sapere, questo concetto torna a risuonare come urgenza e possibilità. Il festival lo mette al centro del dibattito pubblico, esplorandolo nella tensione tra libertà e vincolo, tra disobbedienza e trasmissione, tra sapere e potere. Cuore pulsante della manifestazione resta quindi il programma delle lezioni magistrali, che trasformerà le piazze delle tre città in aule a cielo aperto. Cinquantasei incontri con filosofi e pensatori di primo piano, tra cui Massimo Cacciari, Umberto Galimberti, Roberto Esposito, Simona Forti, Umberto Curi, Salvatore Natoli, Maurizio Ferraris, Barbara Carnevali, Michela Marzano, affiancati da nuove voci come James Boyle, Marina Garcès, Luciano Canova, Donald Sassoon, Catherine König-Pralong, Ernesto Galli Della Loggia, Nicola Lagioia. 

Al centro della riflessione ci sono alcuni grandi nuclei tematici come educazione, maestri, scuola, ricerca e media. L’educazione viene affrontata come atto antropologico, sociale e filosofico. Telmo Pievani, ad esempio, ne mostra le radici evolutive, mentre Salvatore Natoli la connette alla reciprocità e al dono, Barbara Carnevali la declina in chiave rousseauiana come ricerca di autonomia. Tra riflessione e testimonianza, Michela Marzano racconta il crescere come separazione e identificazione, mentre Susan Neiman denuncia una società dove l’immaturità diventa sistema. Attorno alla figura del maestro, la riflessione si fa genealogica e interrogativa. Enzo Bianchi e Anne Cheng ripercorrono i modelli di insegnamento rispettivamente nel cristianesimo e nel confucianesimo, Marcello Veneziani analizza la scomparsa del maestro come figura simbolica, Massimo Recalcati rilancia il bisogno di un’autorità non autoritaria. La lezione si fa anche dissenso, come mostra Simona Forti, o congedo necessario, come sottolinea Raffaele Mantegazza. La scuola, in quanto istituzione e contesto simbolico, è il grande laboratorio della paideia. Ivano Dionigi si interroga sul ruolo della comunità educante rispetto alle logiche ministeriali, Umberto Galimberti problematizza il rapporto tra scuola e famiglie, mentre Judith Revel decostruisce l’idea stessa di educazione come dispositivo di potere. La povertà educativa, come denuncia Chiara Saraceno, rappresenta uno dei mali più gravi del presente, mentre Riccardo Staglianò racconta il declino simbolico dei docenti italiani. Non manca lo sguardo sul futuro: Luciano Canova collega l’educazione alla coesione sociale, Nicla Vassallo riflette sulla smentita come motore del sapere scientifico, Chiara Valerio propone la matematica come chiave per comprendere la vita e i sentimenti. Alessandro Aresu, infine, affronta il tema della formazione nell’epoca della competizione globale e delle tecnologie emergenti.

In programma come sempre anche la sezione Lezione dei Classici: grandi interpreti del pensiero filosofico discutono le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema “paideia”. Dato il tema dell’edizione, anche diversi interventi del resto del programma svolgono questa funzione genealogica, come è chiaro per esempio nella sezione su maestri e allievi. A opere e autori specifici sono comunque dedicati vari interventi. Roberta De Monticelli partirà dal “De magistro” di Agostino per mostrare come la figura del “maestro interiore” possa fungere oggi da guida per prendere posizione morale di fronte ai mali del mondo. Giovanna Pinna si occuperà delle “Lettere sull’educazione estetica dell’umanità” di Schiller, un’opera chiave per l’idea filosofica moderna di educazione, mentre Paolo D’Iorio, commentando il “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche, presenterà una figura chiave nella caratterizzazione e decostruzione dell’idea di maestro e leader. Due diversi interventi – l’uno più storico-filologico, l’altro più sociologico-culturale – saranno dedicati a Benedetto Croce e, tramite la sua opera, a svariate tendenze della cultura italiana: ne saranno protagonisti Paolo D’Angelo e Anna Maria Boschetti. Su una figura chiave nella cultura pedagogica democratica come John Dewey si concentrerà infine la lezione di Italo Testa. 

Attorno a questo nucleo filosofico si dispiega poi un vasto e articolato programma creativo, in dialogo diretto con i temi delle lezioni. Le arti, la musica, il teatro e la performance diventano strumenti di esplorazione della paideia nelle sue forme più vive. Dal concerto sonorizzato di L’uomo che ride al reading su Sibilla Aleramo all’installazione immersiva La stanza del silenzio, dalle narrazioni su Tolstòj a quelle su Kerouac e Bukowski, fino agli spettacoli per bambini come quello ispirato a Pippi Calzelunghe il festival mostra che educare significa anche emozionare, creare, condividere.

Il festival è realizzato dal Consorzio per il festivalfilosofia e può contare sull’apporto dei Soci (fra i quali la Fondazione di Modena) e sul consolidato supporto di un sistema di istituzioni e imprese. I finanziatori istituzionali dell’edizione 2025 sono Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio di Modena e Confindustria Emilia Area Centro. 

 

IL PROGRAMMA